Campertogno
Un tempo fra i più popolosi paesi dell’alta valle, Campertogno conserva nel proprio tessuto urbano preziose testimonianze storiche, una maestosa chiesa parrocchiale e antichi palazzi, collocati su entrambe le sponde del Sesia e distribuiti tra le varie frazioni.
CAMPERTOGNO: tra arte e natura
Il paese di Campertogno sorge sulle rive del fiume Sesia, a 815 mt di altezza e conta dieci piccole frazioni: Quare, Villa, Piana, Pianella, Piana Ponte, Tetti, Piediriva, Carata, Otra e Rusa.
A dominare il paese è l’imponente Parrocchiale di San Giacomo Maggiore, una fra le più belle ed antiche chiese della Valsesia, costruita su una precedente chiesa tardo gotica, al cui interno sono custodite opere di gran pregio e preziosi ornamenti di artisti come P. C. Gilardi ed i Fratelli Avondo. La chiesa viene ampliata nel Settecento sotto progetto di Filippo Juvarra.
Nel centro paese è presente il Teatro polifunzionale del primo Novecento che custodisce al suo interno alcuni splendidi dipinti raffiguranti le allegorie della Famiglia e della Patria datati 1933.
Dal paese, che si trova all’imbocco della Valle Artogna, è possibile intraprendere numerose escursioni, tra cui il suggestivo sentiero dell’arte che da Campertogno raggiunge l‘Alpe dell’Argnaccia: un itinerario costellato di antiche cappelle, edicole e oratori.
IL PASSAGGIO DI FRA DOLCINO
” – Or di’ a Fra Dolcin, dunque, che s’armi,
” Tu che forse vedrai il sole in breve
” (S’ello non vuol qui tosto seguitarmi)
” Sì di vivanda, che stretta di neve
” Non rechi la vittoria al Noarese,
” Ch’altrimenti acquistar non saria lieve. -“
Dante Alighieri, nel Canto XXVIII dell’Inferno,fa pronunciare a Maometto un incitamento alla difesa dell’eresia dolciniana.
Nella seconda metà del XIII secolo fa scalpore in Italia il movimento eretico degli Apostolici. A raccoglierne l’eredità è tal Dolcino Tornielli che fonda poi una setta, quella dei Dolciniani.
Perseguitati ovunque e trasformatisi ormai in guerriglieri, Dolcino e i suoi (detti Gazzeri) si ritirano presto sui monti valsesiani, dai quali scendono a valle soltanto per razziare il necessario per vivere. La storia narra di circa 4000 persone che trascorrono ben due inverni sulla Parete Calva fra stenti indescrivibili e frequenti incursioni ai danni degli abitanti delle sottostanti località di Quare di Campertogno, Rassa e Dughera di Piode.
Catturati, processati e messi al rogo a Vercelli il primo di giugno del 1307, Fra Dolcino e i suoi seguaci sono entrati a far parte delle leggende popolari e dello scenario tradizionale delle valli del Sesia.
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