Castelli del vercellese
luoghi di fascino e storia
Leggende, misteri, storie di antiche famiglie e preziosi tesori artistici. Il Vercellese è costellato di meravigliosi castelli immersi in un panorama unico.
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Castello di Villata
Descrizione:
Il castello, costruito al di fuori del centro urbano, è stato probabilmente edificato tra il XIII e il XV secolo.
Ha forma di quadrilatero e più volte è stato fulcro di interventi strutturali, presentava un largo fossato e un ponte levatoio. Dalla torre quattrocentesca si eleva una torre cilindrica su cui è stata posta una campana.
Castello di Vettignè – Santhià
Descrizione:
Edificato vicino al torrente Elvo, si pensa all’inizio del XV secolo, ha molte affinità con il maniero di San Genuario di Crescentino: analoga forma, con apparato a sporgere e la presenza di merli e caditorie.
Il castello ha corpo rettangolare con torre circolare e torre quadrata angolare, centro del cardine difensivo, presentava all’interno un mulino, fossato e ponte levatoio.
Nei secoli è stato più volte rimaneggiato, gli ultimi interventi si hanno nel XIX secolo, e perde man mano le caratteristiche difensive per centralizzarsi nella residenza agricola di campagna, grazie alla nuova vocazione dei territori per la coltivazione del riso.
Castello di Salasco
Descrizione:
Si presuppone sia stato costruito tra il XV e il XVI secolo, sicuramente per la difesa e il ricovero di uomini, animali e prodotti agricoli, senza scopi militari.
Diversi interventi strutturali si sono succeduti dalla sua fortificazione, e oggi si notano tre corpi di manica e quattro torri laterali circolari, con un ampio parco che si estende dalla corte interna.
Castello di Rovasenda
Descrizione:
Si ha data certa dell’inizio dei lavori di costruzione del castello: il 1170. Eretto per funzioni militari e difensive, si trasforma in seguito in un’abitazione signorile e poi centro delle attività agricole ed economiche.
Diversi ampliamenti si ebbero nel corso dei secoli, uno su tutti la costruzione della torre alta 48 metri (una delle costruzioni più alte di tutta la provincia) poco dopo la metà del XV secolo. La torre fu successivamente danneggiata da un fulmine a inizio 1700 e riparata poco più di due secoli più tardi.
Castello di Quinto Vercellese
Descrizione:
Situato in un luogo che permetteva il controllo di tutta la viabilità verso nord e nord-ovest, fu coinvolto probabilmente nelle lotte tra guelfi e ghibellini e fu incendiato e devastato almeno tre volte nel corso dei secoli, fino a inizio XVIII quando, con la conquista della pace, la popolazione poté dedicarsi all’agricoltura.
Le prime documentazioni che ne attestano l’esistenza risalgono al XIV secolo. Ancora oggi le mura sono imponenti, il castello aveva pianta rettangolare e su quattro torri angolari tondeggianti, ne rimangono tre più una quadrangolare (fungeva da residenza), il ponte levatoio e il fossato.
Castello di Prarolo
Descrizione:
Costruito in un’epoca imprecisata dai monaci benedettini di Santo Stefano, la struttura si presenta eretta solo per metà: è infatti visibile solo la parte occidentale, in buone condizioni. Una terza torre quadrangolare indipendente è sormontata da due torrette appuntite.
Di funzione prevalentemente agricola e difensiva e non militare, Federico Borromeo nel XVI secolo incentivò la canalizzazione delle acque e la bonifica degli acquitrini.
Curioso è che la coltivazione del riso veniva tollerata solo nei luoghi adatti alla conformazione geologica, con divieto di trasformare i prati in risaia per salvaguardare le vigne e i gelsi per la coltivazione del baco da seta.
Castello di Montonero
Descrizione:
Maniero rurale di cui si ha testimonianza a partire dal XIV secolo che, sotto i monaci cistercensi divenne una grangia, un centro di gestione agricola: accoglienza e riparo per attrezzi, uomini, animali e prodotti agricoli, ma anche luoghi di gestione del patrimonio e delle rendite locali, per questo motivo fu necessaria una fortificazione difensiva.
Testimonianze del XVI secolo raccontano della presenza, oltre del castello, anche di mulini, case, piste, cascine da cui si deduce la coltivazione di cereali e riso. La funzione agricola originale non è mai modificata nel corso dei secoli, ma il castello ha avuto vari rimaneggiamenti.
Castello di Moncrivello
Descrizione:
Edificato in posizione dominante con l’orizzonte che arriva fin a Novara e al Canavese, si ha la prima menzione a partire dal XIII secolo, ma si presuppone che la fortificazione esistesse sin dall’Alto Medioevo.
Nel corso del XVI secolo fu sotto il dominio dei Savoia. La funzione militare fu fondamentale nel XVII secolo, ma a seguire divenne esclusivamente di uso residenziale.
Purtroppo una serie di incendi nel primo Ottocento lo portarono in rovina e successivi restauri conservativi, gli ultimi a partire dal 1972, lo riportarono abitabile.
Oggi la sua struttura domina la pianura e la doppia cerchia di mura testimonia il suo ruolo di dominio, controllo e difesa del territorio e presenta un nucleo centrale molto antico raccordato a due torri.
Castello – Monastero di Lenta
Descrizione:
Edificato nel XIV secolo in un territorio strategico, tra il comune di Vercelli e il marchesato di Monferrato, ha la struttura del castello di pianura: quadrangolare con torri cilindriche ai lati. Principalmente di proprietà dei Tizzoni che lo fecero circondare da un parco, una peschiera e bei giardini. Ancora oggi c’è traccia del fossato che lo circondava e cingeva l’intero borgo.
Fino al 1676 fu attiva una fiorente zecca all’interno delle mura, che coniò moneta autentica e ma anche falsa. A metà 1800 il castello fu ricostruito mantenendo la pianta originale ma alterando gli alzati.
Castello di Desana
Descrizione:
Edificato nel XIV secolo in un territorio strategico, tra il comune di Vercelli e il marchesato di Monferrato, ha la struttura del castello di pianura: quadrangolare con torri cilindriche ai lati. Principalmente di proprietà dei Tizzoni che lo fecero circondare da un parco, una peschiera e bei giardini. Ancora oggi c’è traccia del fossato che lo circondava e cingeva l’intero borgo.
Fino al 1676 fu attiva una fiorente zecca all’interno delle mura, che coniò moneta autentica e ma anche falsa. A metà 1800 il castello fu ricostruito mantenendo la pianta originale ma alterando gli alzati.
Castello di San Genuario
Descrizione:
La costruzione del castello è legata alla famiglia ghibellina di Vercelli dei Tizzoni che, dietro il permesso del Papa, costruì nel XV secolo l’edificio per la difesa del monastero benedettino lì presente, della popolazione e dei raccolti.
L’area, oltre ad essere in un punto strategico, era anche economicamente fiorente: i monaci, infatti, bonificarono i terreni paludosi per renderli agricoli, allevarono bestiame e costruirono mulini, forni e traghetti sul Po.
Essendo il castello dimora signorile e non essendo mai stato coinvolto in attività di guerra, la struttura oggi rimasta è ancora integra: ha caratteristiche rinascimentali, un apparato a sporgere su tutti i lati e, unita alla rocca da una cortina, si trova una torre cilindrica.
Castello di Collobiano
Descrizione:
Si suppone che già all’inizio del XII secolo ci fosse un’opera fortificata, in seguito evoluta nel castello vercellese di pianura: oggi sono riconoscibili tracce dei rimaneggiamenti trecenteschi e una più tarda.
Tra il XII e il XIII secolo Collobiano era una delle più importanti roccaforti guelfe del Vercellese e, a causa della sua posizione strategica, tra il XVI e XVII secolo venne coinvolto nelle guerre tra i Savoia, la Francia e la Spagna. Fino al 1704 sicuramente fu adibito a uso militare, ma a partire dal 1713 assunse la destinazione agricola.
La parte più antica, un castello-recinto con una torre di ingresso e una cinta muraria, venne modificata con la costruzione di quattro torri d’angolo e la sopraelevazione della cinta muraria e della torre d’ingresso. Al giorno d’oggi, oltre a quest’ultima, rimangono due torri angolari, di cui una ottagonale.
Castello di Casanova Elvo
Descrizione:
Pare che il Castello non sia stato fondato per controllare un punto strategico, ma per conservare i prodotti del raccolto.
Non c’è traccia oggi del castello originario già esistente a fine XII secolo, mentre dell’edificio visibile si notano due fasi storiche: la prima del XIII secolo, la seconda, un intervento di sopraelevazione, databile al XV secolo.
Sono rimasti lo stabile a pianta quadrangolare con ampio cortile interno, una torre d’ingresso quattrocentesca e, non lontano, i ruderi di un’antica fortificazione con una parziale torre cilindrica (pare infatti che nel XV secolo esistessero ben tre impianti castellani).
Castello di Buronzo
Descrizione:
Il Castello Consortile di Buronzo è un raro esempio di complesso di caseforti e torri che sorge nel cuore della Baraggia. Il Castello comincia a svilupparsi nel Medioevo aggrappato proprio a uno dei terrazzi della Baraggia, affacciato sul torrente Cervo: le più antiche notizie del Castrum Burontii risalgono all’XI-XII secolo, con la costruzione della prima fortificazione, poi successivamente ampliata. Nel Trecento, il Castello già assume la forma di un complesso di palazzi circondati da una cinta muraria che in origine si apriva con la torre-porta merlata che ancor oggi si può ammirare e costituisce punto di partenza della visita al nucleo più interno del complesso fortificato.
Nel XIV secolo è documentata l’esistenza di un ricetto, una fortificazione collettiva che probabilmente serviva a tutta la comunità di Buronzo. Nel Quattrocento invece il castello si arricchisce di edifici destinati alle attività produttive e arriva ad occupare spazi sempre più ampi, passando attraverso ristrutturazioni e riedificazioni, con la costruzione di edifici abitati e utilizzati dai diversi rami della famiglia dei signori di Buronzo.
Oggi, la visita al castello consortile si può organizzare in due momenti: il primo è la visita al “castello comunale” o “castellone” (il nome con cui è indicato localmente dalla tradizione popolare), che comprende i resti più antichi del castello e della Rocca, mentre il secondo è la passeggiata per i vicoli del borgo per scoprire le caseforti e gli edifici che facevano parte del complesso.
Il castello in passato si estendeva ben oltre la parte oggi visitabile, occupava infatti tutto il terrazzo che oggi corrisponde al centro storico del borgo, e alcune ali del castello sono state nei secoli ristrutturate e trasformate in palazzi, come Palazzo Doria Lamba e Palazzo Berzetti di Murazzano o ancora la stessa sede del municipio, il Palazzo Comunale, ricavato nel 1863 da un’ala del Castello ormai caduta in rovina e in seguito ristrutturata per dotare Buronzo di un nuovo municipio. Molti di questi palazzi conservano ancora splendidi affreschi dell’epoca. Per conoscere tutto il castello consigliamo quindi di percorrere le vie del borgo di Buronzo e scoprire la storia di questo complesso unico.
Castello di Balocco
Descrizione:
Il Castello ha origine attestata fin dal XII secolo, ma fu più volte distrutto e ricostruito nel corso dei secoli, l’ultima volta a partire dall’inizio del XV secolo, dove si scelse una pianta quadrangolare con quattro torri ai lati e quella d’ingresso sopraelevata (forma tipica del castello di pianura).
Oggi resta un edificio quadrangolare con i resti della torre di ingresso e di altre due torri a nord.
La signoria che più a lungo detenne il potere fu quella dei Confalonieri, che diedero impulso all’agricoltura locale a partire soprattutto dal XV secolo con la creazione della Roggia di Balocco, generata dal Cervo, fondamentale per l’economia agricola. Con la roggia si costruì pure un mulino per tutti gli abitanti, che furono agevolati nel macinare i propri cereali nel proprio territorio, senza necessità di spostamenti.
Castello di Albano Vercellese
Descrizione:
Castello con una storia ricca e movimentata di giurisdizioni, la forma attuale ha origine nel XV secolo, ma è stata costruita su una costruzione precedente e su cui gli esperti ancora oggi sono divisi: da una parte si presuppone che l’edificio originario fosse un ricetto, dall’altra parte si pensa che sia stato costruito sopra un altro castello.
La pianta originaria era regolare con torri angolari e torrione centrale, ma a partire dal XVII secolo fu rimaneggiato più volte: si notano infatti i numerosi interventi sulla struttura. Fonti testimoniano ancora nel Seicento la presenza di un fossato largo 12 m, a testimonianza dell’imponenza dell’antico edificio.
Gli Arborio di Gattinara trasformarono il castello in dimora signorile, ma oggi ormai rimane una sola torre. A partire dal XIII secolo, con due rogge derivate dal Sesia, l’agricoltura divenne la prima risorsa del feudo e, quando nel XVIII secolo fu potenziata la canalizzazione, si passò gradualmente alla monocoltura risicola.