monte fenera
Parco naturale del monte fenera
Il territorio del monte Fenera entra a far parte del sistema regionale delle aree protette nel 1987 con l’istituzione del Parco Naturale del Monte Fenera e interessa una superficie di 3378 ettari. Il parco prende il nome dal monte omonimo che si erge, possente e solitario, sopra i rilievi della Bassa Valsesia e che, per il suo profilo, è riconoscibile dalla pianura novarese e vercellese.
Dalla sommità del monte si staccano due cime. Su quella più bassa a quota 894 metri si trova una chiesetta costruita nel 1700 e dedicata a S. Bernardo. La cima più alta 899 metri, detta anche Punta Bastia, è caratterizzata da un’alta croce in muratura. Poco sotto alla vetta, sul versante meridionale si trova il Rifugio Bastia. Parte in prossimità del rifugio e parte sul versante nord sono stati posti numerosi tavoli con panche per pic-nic.
Il monte Fenera, presenta sui versanti occidentali numerose grotte, alcune delle quali sono di notevole interesse archeologico e paleontologico, in quanto hanno rilevato segni unici in Piemonte della presenza dell’uomo di Neanderthal, vissuto in questi luoghi circa a partire da 300.000 anni fa, dell’Orso delle Caverne e del Rinoceronte di Merk. Citiamo le Grotte di Ara, comodamente raggiungibili con un sentiero semplice dal dislivello minimo, o la grotta della Ciota Ciara, visitabile su prenotazione.
Il monte Fenera è un vero microcosmo, molti gli ospiti d’eccellenza fra questi la cicogna nera, specie assai rara che da alcuni anni frequenta il Parco, il picchio muraiolo, il falco pellegrino.
Caratteristica del Parco è l’esistenza di edifici chiamati “taragn“, con il tetto costituito da strati in paglia, spesso di segale. Erano le caratteristiche abitazioni contadine e popolari risalenti al secolo VIII – IX. La diffusione delle Fornaci cambia questo stato di cose e lentamente tutti i tetti di paglia in tutta Italia vengono sostituiti da tetti in legno o ardesia, tuttavia nella zona della Bassa Valsesia l’utilizzo dei tetti in paglia declina solo più tardi tra i secoli XVIII – XIX.
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