Bicciolano e Bela Majin
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Tradizione
le maschere di vercelli:
Bicciolano e bela majin
Le maschere vercellesi del Bicciolano e della Bela Majin nascono intorno al 1700 e ancora oggi rappresentano la tradizione carnevalesca della città.
Le origini della tradizione
La figura del Bicciolano si forma dalla fine del ‘700 quando, in difesa
del popolo vessato dalle tasse, si leva un grido di libertà da parte di Carlin Belletti, abitante del rione porta Milano, detto il Bicciolano. Imprigionato nel Castello di Ivrea, il ritorno a Vercelli di Carlin si
conclude in trionfo, legando il suo nome per sempre agli ideali di
libertà e giustizia.
Da quel momento il nomer diventa leggenda e nel 1809, quando
Vercelli si trova sotto il dominio francese, nascono ovunque spettacoli
di burattini con un nuovo personaggio, sempre pronto a lottare per il popolo e bastonare i potenti: il Bicciolano.
Il suo grido? “Libertè – Fraternitè – Egalitè… lur an carosa e nui a pé” (loro in carrozza e noi a piedi).
Si torna a parlare del personaggio identificativo di Vercelli quando, a metà ‘800, un abitante che lo impersona, Carlo Petoletti, crea una raccolta fondi a favore dei soldati feriti e in difficoltà. Da qui, fino ai giorni nostri, il Bicciolano e la sua consorte, la Bela Majin, promuovono per tutta la durata del carnevale gli ideali di giustizia sociale e aiuto al prossimo con le visite a oltre 180 istituzioni tra scuole, ospedali e case
di riposo della provincia.