La Via Regia: lungo l’antica via d’Aosta
Alagna valsesia loc. riva valdobbia
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La Val Vogna si può ben definire una terra di confine e di passaggio. Per secoli il Colle Valdobbia è stato punto di transito per mercanti, viandanti e per emigranti valsesiani che raggiungevano Gressoney, la Svizzera e la Francia. Le difficoltà affrontate dagli
uomini durante i passaggi nei periodi di grande innevamento e il forte rischio valanghe spinse già nel 1787 ad erigere lassù un ricovero: una stalla ed una piccola cappella per garantire un punto di sosta e di riparo. A volerlo furono Gian
Giuseppe Liscotz di Gressoney e il capitano Giovanni Giuseppe Gianoli di Riva Valdobbia. Ben presto però, non fu più sufficiente per via della quantità di persone in transito.
Il canonico Nicolao Sottile, originario di Rossa e figlio di emigranti, nel 1823 fece costruire, a sue spese, l’attuale Ospizio, il quale garantì agli emigranti un maggior soccorso e riparo. Dopo una disgrazia avvenuta nel 1820, infatti, si sentì l’esigenza di una protezione più capiente e sicura. Fino al 1831 Il canonico si occupò dell’apertura invernale ed in seguito decise di cederlo al Comune di Riva Valdobbia. Giacomo Clerino, ex soldato napoleonico, fu lo storico custode dell’Ospizio per ben 23 anni consecutivi. Nel 1871 l’ospizio acquistò maggiore importanza con l’istituzione dell’Osservatorio meteorologico del Colle di
Valdobbia, il primo in Piemonte. L’Ospizio, nel corso del tempo, si trasformò in rifugio per gli escursionisti. Il rifugio, dotato di tutti i servizi utili per un comodo pernottamento, conserva all’interno significative testimonianze della storica benefi ca Istituzione. Unita all’edificio si trova una cappella dedicata alla Madonna Addolorata voluta per dare ai viandanti anche conforto spirituale. Il suono della sua campana serviva da segnale di orientamento per chi si trovava nei pressi del colle e in difficoltà. All’interno si trovano raffigurati la Madonna Addolorata, S. Nicolao e S. Grato. Sul finire del ‘800, la Regina Margherita di Savoia assistette alla
celebrazione della messa (su una parete una scritta ricorda l’evento).
Si parte dalla frazione Ca d’Janzo in Val Vogna e, superate le frazioni di Ca’ Piacentino, Ca’ Morca e Ca’ Verno si raggiunge S.Antonio. Da qui parte la strada sterrata che, su percorso facile e pianeggiante, arriva alla frazione Peccia (1 ora). La strada qui diventa sentiero, giunge all’Oratorio dedicato a San Grato e raggiungere il ponte Napoleonico. Ora, seguendo l’itinerario n 201, si affronta una decisa salita che permette di arrivare alla frazione Montata con la cappella dedicata alla Madonna della neve e la cappella del Lancone. Adesso il sentiero dà tregua, si muove fra un bel lariceto e arriva all’ Alpe Larecchio (1 ora) con una piccola deviazione (201 a) rispetto all’indicazione per il Colle Valdobbia/Ospizio Sottile. Proseguendo dalla baita dedicata ad agriturismo si sale verso destra costeggiando la sinistra orografica del torrente Valdobbia fino a giungere l’Alpe Pian del Celletto dove si ritrova il sentiero 201 per raggiunge l’Ospizio Sottile sul Colle di Valdobbia posto sul confine con la Valle d’Aosta (1 ora e 30) LARECCHIO Uno splendido pianoro attraversato da un sinuoso corso d’acqua proveniente in parte da un laghetto posto poco sopra e circondato da radi larici.
La piana stessa è il risultato di un lago prosciugatosi nel tempo. Dominato dai monti circostanti, l’alpeggio è popolato di baite walser sparse, alcune delle quali sono oggi un rinomato e ottimo agriturismo. Fu abitato stabilmente dalla popolazione walser tutto l’anno fino alla Piccola Glaciazione, il cui clima rese impossibile la permanenza e divenne coì alpeggio stagionale.