Gallo di Sant’Andrea
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Leggenda
gallo di
sant’andrea
In cima all’altissimo campanile di sinistra della Basilica di Sant’Andrea, alto ben 65 metri, svetta un gallo. Difficile notare la sua presenza se non se ne conosce l’esatta posizione eppure a questo gallo sono legate numerose leggende.
Le origini della leggenda
Diversi studiosi ipotizzano che il Gallo in bronzo e rame sarebbe stato collocato sulla sommità del campanile di sinistra mentre su quella destra è stata posizionata la croce di Sant’Andrea nel 1227.
La storia parla di un omaggio all’abate Tommaso Gallo che all’epoca segue, per conto del Cardinale Guala Bicchieri, l’edificazione
dell’antica Abbazia che sarebbe sorta di fianco alla Chiesa. Gallo,
così chiamato per la sua provenienza francese, giunge a Vercelli nel
1224 prima come priore e successivamente come abate di
Sant’Andrea. All’interno della Basilica è presente un imponente monumento funebre a lui dedicato risalente alla prima metà del Trecento.
La leggenda vuole invece che al termine della costruzione della Basilica, un gallo, incredibilmente in grado di volar fin lassù e innamoratosi del panorama vercellese, decise di rimanere per sempre a vegliare sulla città dall’alto. Fu così risoluto nella sua decisione da arrivare a rinunciare per sempre alle sue ali: a ben guardare infatti, non v’è traccia d’ali ma solo una coda dorata.
Esiste, poi, un antico detto popolare secondo cui quando il galletto guarda verso il fiume Sesia si può contare sul bel tempo, mentre quando il suo sguardo è rivolto verso la montagna, è bene prepararsi per la pioggia in arrivo.