Il ponte della Gula
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Leggenda
IL PONTE
DELLA GULA
Don Luigi Ravelli scrive: “Quelle pareti impervie slanciate al cielo e strapiombanti sovra il profondo baratro, la strada quasi aerea che s’apre temerariamente il passo attraverso i ferrigni fianchi del monte, i due ponti che arditamente scavalcano quella stretta paurosa, e le stesse acque del Mastallone che chiuse in quell’imo recesso non rumoreggiano ma, colorate d’un verde cupo, se ne stanno tristemente silenziose,… tutto agghiaccia l’animo e stringe il cuore sgomentato”.
Le origini della leggenda
Uscendo da Varallo e superato il bivio per Cervarolo per inoltrarsi in
Val Mastallone si incontra l’Orrido della Gula, sormontato da un antichissimo ponte in pietra, stretto e con sponde basse. Può
capitare di non notarlo subito, nascosto dietro ad una curva, ma lo spettacolo che vi attende giustifica una sosta per osservare il
fondovalle che si restringe fino a formare una forra tra due alte
pareti di roccia che incorniciano un orrido profondo e dall’incredibile bellezza. Le acque placide del Mastallone scorrono lente e cupe ed è solo quando il sole è a picco sul baratro che si colorano di un verde brillante, scacciando per un momento quella sensazione di sgomento dall’animo.
Il ponte che scavalca la gola ad una trentina di metri dal livello delle acque sottostanti, un tempo costituiva l’unica via di transito per gli abitanti della valle da e verso i centri abitati. Le fonti storiche non
sanno indicare una data esatta di costruzione del ponte. Nel corso di alcuni lavori di restauro avvenuti nel 1937, nella struttura è rinvenuta una pietra con incisa la data 721.
Difficile pensare che la storia di questo ponte non possa essere
intrisa di leggende. Se la storia lo ha visto essere un luogo triste
adibito a patibolo dove, anticamente, i condannati a morte venivano
gettati dal ponte senza alcun processo, le leggende vedono coinvolte
entità sovrannaturali di ogni tipo fino a scomodare il Diavolo in persona.
Si dice che in alcuni giorni dell’anno sia possibile ascoltare le urla delle persone morte in seguito alla caduta dal ponte. Qualcuno afferma di aver addirittura registrato tali voci. Gli abitanti più longevi della Valle raccontano invece di strane visioni notturne, di spettri, demoni e fantasmi. In Valsesia, pochi si avventurano al buio sul ponte.
La leggenda più conosciuta narra che il ponte sarebbe stato costruito dal diavolo che lo edifica in cambio dell’anima della prima persona che l’avrebbe attraversato. Un anziano eremita, non solo accetta quel patto col diavolo ma riesce anche a superarlo in astuzia facendo passare per primo sul ponte un cane. Il diavolo così, sentendosi preso in giro, avrebbe deciso di restare nell’orrido della Gula alla ricerca di nuove vittime da trarre in inganno.
Un’altra variante della leggenda vede il diavolo condannato da un vecchio eremita della zona a costruire rapidamente qualcosa che potesse agevolare il superamento dell’orrido, pena la definitiva ricacciata all’inferno. Il diavolo allora in una sola notte porta a termine la costruzione del ponte che oggi vediamo e gli viene così permesso di continuare a restare nascosto fra gli uomini per compiere le più orribili malefatte.