Riso di Baraggia DOP
#losapevateche

Alla scoperta della Baraggia
riso, Castelli
e natura
Ambiente unico ed affascinante, la Baraggia, oltre a rappresentare uno degli ultimi e più significativi esempi di prateria dell’area padana, è un territorio fortemente legato alla coltivazione del riso, che qui si produce sin dal XVII secolo. Con questo itinerario potrai conoscere la zona che si estende tra Buronzo e Gattinara alla scoperta della baraggia vercellese, dove tra altipiani, risaie e resti dell’ultima savana d’Italia si nascondono sorprendenti tesori.
1 RISERVA NATURALE ORIENTATA DELLE BARAGGE
La Riserva Naturale Orientata delle Baragge è finalizzata alla tutela e alla conservazione di questo particolare ambiente a tratti somigliante alla Savana africana. La riserva è composta da sei porzioni di territorio distinto, che nel vercellese si trovano in prossimità della zona compresa tra Rovasenda, Roasio, Gattinara e Lenta. Molto interessante dal punto paesaggistico (in autunno e in estate offre scorci spettacolari!) la Baraggia è una meta ideale per gli amanti di escursionismo e natura.


2 bURONZO
La capitale della Baraggia è il piccolo borgo di Buronzo che custodisce un complesso fortificato unico nel suo genere: il consortile. Formato da ben sette castelli, l’antico centro storico appare quasi uno spazio scenografico, con molti scorci suggestivi su cui si affacciano edifici che conservano elementi di epoche diverse, come feritoie medievali, facciate settecentesche e variopinti mosaici. Da non perdere, salendo lungo la splendida via Castello, la possibilità di godere di un’incantevole vista sulla pianura sottostante e sulla catena del Monte Rosa.
3 ROVASENDA
Collocato al centro della Baraggia, il borgo agricolo di Rovasenda ospita uno splendido castello medievale risalente al 1170 dove svetta una torre alta 48 metri, tra le più affascinanti e meglio conservate del Vercellese. A poche centinaia di metri dall’antico castello si trova il nuovo castello di Rovasenda. Il maniero, molto simile a quello preesistente, viene edificato agli inizi del Novecento per volontà del Conte Luigi di Rovasenda che, non avendo potuto ereditare il castello originale, decide di costruirne uno per sé.


4 LENTA
A poca distanza da Rovasenda si trova Lenta, un piccolo borgo agricolo molto interessante dal punto di vista storico, archeologico e architettonico. Il piano urbanistico, a metà tra il ricetto e il castello, definisce il paese come una sorta di “ricetto religioso”. Da vedere il castello e i resti dell’antico ricetto del Trecento; la Parrocchia di Sant’Olimpio con la cripta di San Biagio; la pieve di Santo Stefano, fondata nel V secolo e ricca di affreschi.
Riserva Orientata delle Baragge
Buronzo
Rovasenda
Lenta
Come raggiungere la Baraggia
IN AUTO
Da Vercelli: prendere la SP 230 in direzione di Biella. Giunti al bivio di Crocicchio svoltare a destra sulla strada SP3 in direzione di Buronzo.
Da Milano e Torino: prendere l’autostrada A4 e uscire al casello di Balocco. Prendere la strada SP 6 in direzione di Buronzo.
IN BUS
Autolinee giornaliere collegano Vercelli con Buronzo, Rovasenda e Lenta. Scopri come arrivare nel Vercellese.

Approfondimento
Riso di Baraggia DOP
Nelle terre di Baraggia, le particolari caratteristiche ambientali e il lavoro secolare di selezione e sperimentazione colturale da parte dei risicoltori della zona hanno consentito, a fronte di una resa più modesta, il miglioramento della qualità del riso prodotto. Solo così è stato possibile ottenere nel 2007 la prima ed unica DOP di riso in Italia: il riso di Baraggia Biellese e Vercellese.
Come indicato nel disciplinare di produzione, sono 28 i Comuni che compongono la zona delimitata per la produzione della DOP situati nelle province di Biella e Vercelli.
Le varietà di riso riconosciute nella DOP sono sette: Arborio, Baldo, Balilla, Carnaroli, S. Andrea Loto e Gladio. Dal punto di vista alimentare, il riso di Baraggia si distingue per la maggior resistenza alla cottura e per la spiccata attitudine ad assorbire i sapori e i condimenti.
Da non perdere la possibilità di visitare una delle numerose aziende agricole che producono quest’eccellenza del mondo del riso.
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Alla scoperta del canale Cavour
lungo le acque del vercellese
Il paesaggio risicolo vercellese è segnato da un fitto dedalo di canali e straordinarie opere di ingegneria idraulica che hanno l’importante compito di distribuire l’acqua che permette la coltivazione del riso. Con questo itinerario che attraversa la pianura vercellese dalla Dora Baltea al fiume Sesia, potrai scoprire il Canale Cavour e le sorprendenti opere idrauliche del sistema irriguo vercellese.
1 IL cANALE CAVOUR E LA RETE IRRIGUA VERCELLESE
Lungo quasi 85 Km, il Canale Cavour è un’incredibile opera di ingegneria idraulica che collega il fiume Po al fiume Ticino, da Chivasso fino a Galliate. Questa immensa opera, fortemente voluta da Camillo Benso Conte di Cavour, rappresenta insieme ad altri canali come il Naviglio d’Ivrea e il canale Depretis, la spina dorsale di un’estesa ed efficiente rete irrigua che attraversa tutta la pianura vercellese. Grazie a questa rete è stato possibile, nel corso dei secoli, lo sviluppo della risicoltura.


2 sALUGGIA
Il piccolo paese di Saluggia sorge su un ripido terrapieno alla sinistra della Dora Baltea ed è conosciuto soprattutto per il prodotto di eccellenza che qui si coltiva, il fagiolo, molto ricercato per la panissa, piatto tipico vercellese. Nei pressi del borgo è possibile ammirare la presa del canale Farini, un piccolo gioiello di ingegneria e architettura idraulica dell’Ottocento.
3 LIVORNO FERRARIS
Il paese di Livorno Ferraris è conosciuto per aver dato i natali a Galileo Ferraris, illustre fisico e ingegnere dell’Ottocento. Da non perdere nel grazioso centro storico il Museo Civico Ferraris, dedicato allo scienziato e al fratello Adamo, medico personale di Garibaldi. Nei pressi del borgo si trova il canale Depretis, un antico e importante canale del Settecento.


4 Tenuta Colombara – Conservatorio della risicultura
Nel mezzo delle risaie vercellesi si trova l’affascinante Tenuta Colombara che ospita il Conservatorio della Risicultura. Nella Tenuta, splendido esempio di cascina a corte chiusa, sono assolutamente da visitare gli spazi in cui sono stati ricostruiti gli ambienti più rappresentativi della storia e della vita del mondo risicolo: i laboratori artigianali, le abitazioni, la scuola e l’evocativo dormitorio delle mondine.
5 Santhià
La città di Santhià, nella quale si svolge il carnevale storico più antico del Piemonte, è attraversata sin dai tempi antichi dalla Via Francigena, di cui è la 44° tappa. A poca distanza dal centro cittadino lungo il Naviglio d’Ivrea si trova la Stazione idrometrica sperimentale di Santhià, un edificio ottocentesco realizzato per misurare la portata e la distribuzione dell’acqua della complessa rete irrigua vercellese.


6 PARCO NATURALE LAME DEL SESIA
Il Parco si trova lungo la sponda destra del fiume Sesia ed è una splendida oasi protetta di 900 ettari con lame, specchi d’acqua e boschi. E’ il luogo ideale per l’insediamento di una ricca fauna e una rigogliosa vegetazione. Diversi i percorsi che da Albano Vercellese permettono di scoprire una delle più importanti oasi ornitologiche italiane ed europee.
Il canale Cavour e la rete irrigua Vercellese
Saluggia
Livorno Ferraris
Tenuta Colombara – Conservatorio della Risicultura
Santhià
Parco naturale delle Lame del Sesia
Come raggiungere il canale Cavour
Da Vercelli: prendere la SP1 “Strada delle Grange” in direzione di Crescentino. Da Crescentino prendere la SP37 in direzione di Saluggia.
Da Milano e Torino: prendere l’autostrada E25 e uscire al casello autostradale di Vercelli Ovest. Seguire la SP1 “Strada delle Grange” in direzione di Crescentino. Da Crescentino prendere la SP37 in direzione di Saluggia.
IN TRENO
Saluggia, Livorno Ferraris e Santhià si trovano sulla linea ferroviaria Torino – Milano.

Approfondimento
Canale Cavour
Il Canale Cavour è da considerarsi un’opera straordinaria non solo a livello ingegneristico, viste le dimensioni e la portata d’acqua, ma anche a livello architettonico in quanto lungo gli 85 km di percorso sono presenti 101 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale.
I punti più suggestivi da osservare sono quelli in cui il Canale Cavour, incrociando un corso d’acqua (fiume o torrente) lo supera attraverso un ponte-canale o una tomba-sifone.
Tra i ponti canali più spettacolari, ovvero quelli in cui il canale supera il fiume/torrente grazie ad un ponte, ci sono il ponte canale sulla Dora Baltea che si trova nei pressi di Saluggia e il ponte canale sul torrente Cervo nei pressi di Formigliana.
Altrettanto spettacolari sono le tombe-sifone, ovvero i punti in cui il canale passa al di sotto di un fiume/torrente, come la tomba sifone sul torrente Elvo nei pressi di Vettignè e quella del fiume Sesia prossimità di Greggio.
A Chivasso si trova invece il monumentale Edificio di Presa del Canale Cavour. L’edificio d’imbocco del canale è lungo 40 metri e si sviluppa su due piani con 21 luci costituite da tre ordini di paratoie.
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Alla scoperta del fiume Po
natura e risaie
a due passi dal Monferrato
In un territorio prevalentemente agricolo e con numerosi centri abitati, scorre il breve tratto vercellese del fiume Po che separa la pianura delle risaie dalle verdi colline del Monferrato. Con questo itinerario ti portiamo a conoscere l’affascinante zona compresa tra Trino e Crescentino, dove il fiume più lungo d’Italia scorre in territori diversi per ambienti, storia e tradizioni ma legati sin dall’antichità. Un meraviglioso viaggio alla scoperta di piccoli borghi, boschi e cascine dove sembra perdersi il confine tra il fiume e la risaia.
1 Il fiume po e il parco
Punto di eccellenza naturalistica, il Parco Naturale del Po Piemontese è sorto con lo scopo di salvaguardare gli ultimi ambienti naturali del fiume. Le aree protette nel tratto tra Crescentino e Trino sono particolarmente interessanti per gli amanti del birdwatching che qui possono ammirare numerose colonie di uccelli stanziali. In prossimità del fiume e all’interno delle aree protette sono segnalati diversi percorsi, capanni e punti di sosta permettono di godersi la natura in tutto relax.


2 crescentino
Il paese di Crescentino, situato alla confluenza tra il fiume Po e la Dora Baltea, è stato nel corso del Medioevo un importante borgofranco. Nel centro cittadino, ancora di antico impianto urbanistico medievale, si trova il simbolo della città: la Torre Civica del Trecento, dove è collocata la più grande campana della provincia di Vercelli, la Crescentina. Nei pressi di Crescentino si può raggiungere la Riserva Naturale Isola S. Maria, una delle aree protette del Parco Naturale del Po piemontese.
3 fontanetto po
Il borgo di Fontanetto Po, che prende il nome dai numerosi fontanili presenti nel suo territorio, è noto per essere la città natale di Giovan Battista Viotti, uno dei più grandi musicisti del XVIII secolo. Lungo via Viotti, dove sorge la casa natale dell’artista, si trova la chiesa parrocchiale di S. Martino che presenta un sontuoso campanile in stile romanico normanno, alto 56 metri.


4 Antico Mulino – Riseria “S.Giovanni”
Nei pressi di Fontanetto Po si trova l’Antico Mulino – Riseria S.Giovanni unica testimonianza rimasta, in provincia di Vercelli, di riseria azionata dalla forza motrice dell’acqua. La riseria, che conserva gli antichi i macchinari per la lavorazione del riso, fa parte dell’Ecomuseo delle Terre d’Acqua.
5 Palazzolo Vercellese
Il piccolo borgo agricolo di Palazzolo Vercellese viene fondato dai romani lungo la via Ticinum-Augusta Taurinorum che, passando lungo il fiume Po, collegava Torino a Pavia. Dal paese, volgendo lo sguardo verso le colline del Monferrato, è possibile osservare i bellissimi calanchi, spettacolari e ripidissime pareti create dalle acque piovane.


4 Trino
Trino, interessante centro della bassa vercellese collocato ai piedi delle colline del Monferrato, è stato la sede principale del feudo dei Paleologi, famiglia nobiliare che regge le sorti del Marchesato del Monferrato dal 1305 fino al 1532. Numerose le testimonianze artistiche e architettoniche del passato della città: Palazzo Paleologo, sede della corte dei Paleologi; la chiesa di San Bartolomeo, di fondazione medievale; il Museo Civico “G.A. Irico” che raccoglie numerosi reperti locali.
Il fiume Po e il parco
Crescentino
Fontanetto Po
Antico Mulino – Riseria “S.Giovanni”
Palazzolo Vercellese
Trino
Come raggiungere il fiume Po
IN AUTO
Da Vercelli: prendere la SP1 “Strada delle Grange” in direzione di Crescentino.
Da Milano e Torino: prendere l’autostrada E25 e uscire al casello autostradale di Vercelli Ovest. Seguire la SP1 “Strada delle Grange” in direzione di Crescentino.
IN BUS
Autolinee giornaliere collegano Vercelli con Crescentino, Fontanetto Po, Palazzolo Vercellese e Trino. Scopri come arrivare nel Vercellese.

Approfondimento
Le risaie
viste dal Monferrato
Partendo da Crescentino o da Trino e dirigendosi verso le colline del basso Monferrato è possibile percorrere una bellissima strada panoramica che, in molti punti, permette di catturare meravigliosi scorci sul fiume Po e sulla pianura risicola vercellese.
Questo percorso è particolarmente affascinante nelle limpide giornate di primavera, quando le risaie allagate creano lo spettacolo del “mare a quadretti” incorniciato sullo sfondo dalle Alpi e dal Monte Rosa.
I punti più suggestivi da dove è possibile ammirare questo paesaggio unico si trovano presso la Rocca di Verrua Savoia, il castello di Gabiano, la Chiesa parrocchiale di Cantavenna, la piccola frazione di Rocca delle Donne e il castello di Camino.
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Alla scoperta delle Grange
Angoli di medioevo
tra le risaie
La storia dell’agricoltura vercellese e della trasformazione del territorio da bosco planiziale a terreno a vocazione risicola va rintracciata in un piccolo lembo di pianura, compreso tra Vercelli, Crescentino e Trino, conosciuto come il Triangolo delle Grange. Con questo itinerario potrai conoscere i luoghi che per primi vedono nascere la coltivazione del riso: le Grange, testimonianze ancora oggi visibili di un ambiente carico di storia e d’arte.
1 l’abbazia di lucedio
Denominata Principato di Lucedio a partire dal 1875, l’antica Abbazia, venne fondata nel 1123 dai monaci cistercensi per volere del marchese del Monferrato che concede loro svariati terreni. Oggi l’abbazia è una moderna azienda agricola visitabile che ha saputo conservare i caratteristici ambienti medievali. Superata la cinta fortificata è possibile ammirare la Chiesa abbaziale con il singolare campanile ottagonale nella parte superiore ma quadrato alla base e la bellissima sala capitolare.


2 cascina darola
Collocata a nord di Lucedio, questa cascina vanta antichissime origini. Donata nel 933 dai re d’Italia Ugo e Lotario ai marchesi del Monferrato, viene poi ceduta da questi ultimi in proprietà a Lucedio nel 1123: diviene così una delle 6 grange possedute dall’abbazia. Dal punto di vista strutturale rappresenta un eccellente esempio di cascina a corte chiusa.
3 Montarolo, Ramezzana, Castelmerlino, Leri e Montarucco
Appartenenti un tempo a Lucedio, le altre Grange si trovano nelle vicinanze del complesso rurale. Mentre Montarucco, Ramezzana e Montarolo si trovano a sud di Lucedio, Leri e Castelmerlino si trovano nella parte di territorio che si estende a nord-ovest del principato e corrispondono ai possedimenti della famiglia Benso di Cavour, cui apparteneva il ministro Camillo Benso Conte di Cavour.


4 Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino
Ultimo relitto dell’antica foresta planiziale che si estendeva nella pianura padana, il Bosco, di antichissime origini e già sacro ai romani, si è conservato grazie ad un sistema di gestione collettiva molto rigido, la “Partecipanza”, che risale al Medioevo. Nel Bosco sono presenti diversi sentieri e aree attrezzate dove trascorrere piacevoli momenti di relax.
5 San genuario
Tenuta agricola un tempo sede di un’abbazia, San Genuario è il più antico insediamento monastico benedettino all’interno di quella che fu la foresta di Lucedio. Da vedere il Castello del Trecento, che presenta una mirabile torre circolare circondata da una rocca e la palude di San Genuario, che conserva un importante sistema di zone umide alimentate da sorgive.


6 santuario della madonna delle vigne
Il Santuario, abbandonato ormai da anni, è collocato sulla collina che porta a Montarolo e rappresenta un pregevole esempio di barocco piemontese oltre che un luogo che ha ispirato numerose leggende e misteri. La più famosa è legata allo “Spartito del diavolo”, un brano palindromo ritenuto magico che pare sia in grado di liberare un demone tenuto prigioniero sotto la piccola chiesa.
L’Abbazia di Lucedio
Cascina Darola
Montarolo, Ramezzana, Castelmerlino, Leri e Montarucco
Montarolo, Ramezzana, Castelmerlino, Leri e Montarucco
Montarolo, Ramezzana, Castelmerlino, Leri e Montarucco
Montarolo, Ramezzana, Castelmerlino, Leri e Montarucco
Montarolo, Ramezzana, Castelmerlino, Leri e Montarucco
Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino
San Genuario
Santuario Madonna delle Vigne
Come raggiungere le Grange
IN AUTO
Da Vercelli: prendere la SP1 “Strada delle Grange” in direzione di Crescentino. Svoltare sulla SP 34 in direzione di Lucedio.
Da Milano e Torino: prendere l’autostrada E25 e uscire al casello autostradale di Vercelli Ovest. Prendere la SP1 “Strada delle Grange” in direzione di Crescentino. Svoltare sulla SP 34 in direzione di Lucedio.

Approfondimento
le Grange
Le grange, letteralmente “granai”, erano antiche unità abitative e centri agricoli all’interno dei quali i conversi, ovvero i monaci cistercensi staccati dal convento, attuavano opere di bonifica su di un’area territoriale coperta da bosco planiziale al fine di renderla adatta ad un impiego agricolo.
Le grange rappresentarono uno strumento determinante nel processo di trasformazione di una zona incolta in terreno arabile: quando un proprietario terriero intendeva trasformare i propri possedimenti al fine di renderli produttivi, gli abati inviavano un proprio monaco, il granciere, il quale dirigeva i lavori di bonifica.
È quindi innegabile che l’attività svolta dai monaci nel vercellese rappresentò un fattore determinante alla nascita e al radicarsi nel corso dei secoli di una vocazione agricola e risicola: furono proprio i Cistercensi, infatti, a introdurre la coltivazione del riso nel XV secolo.
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