Riso Vercellese

un po’ di Storia

Pianta simbolo della civiltà del sud est asiatico, dove è già conosciuta nella sua varietà selvatica dal 3500 a.C., il riso approda nel Vercellese intorno al XIV secolo, portando grandi cambiamenti sia nello stile di vita che nel paesaggio.

Le opere di bonifica e di irrigazione, indispensabili per la diffusione della coltura del riso, iniziano nel XII secolo grazie ai monaci cistercensi nella zona delle Grange e proseguono nei secoli seguenti in tutto il Vercellese. Oltre a modificare radicalmente l’ambiente e il paesaggio, tali opere favoriscono la nascita della cascina a corte chiusa, struttura abitativa tipica della civiltà agricola vercellese, di probabile origine feudale.

La risicoltura si diffonde su larga scala a fine Ottocento, grazie soprattutto a nuove opere di ingegneria idraulica come il Canale Cavour, e trasforma le campagne vercellesi in un vero e proprio laboratorio sociale. Simbolo di questa società risicola è la mondina, la lavoratrice stagionale che si occupa di mondare le risaie. Questa figura è anche protagonista delle lotte sociali che nel 1906 portano alla conquista delle otto ore lavorative giornaliere ed è altresì magistralmente ritratta nel film di Giuseppe De Santis “ Riso Amaro” che ha come set la cascina Veneria a Lignana e le campagne vercellesi.

Territorio e paesaggio

La piana vercellese è dominata dalla coltura del riso. Chilometri e chilometri di risaie fanno di questo vasto territorio un ambiente affascinante e suggestivo che rivela un forte senso di equilibrio tra natura e attività dell’uomo, sempre in perfetta sintonia con lo scorrere delle stagioni che, in risaia, si traduce in un sorprendente sfumare di colori.

In inverno prevale il silenzio e il colore bruno della terra a riposo, nei mesi più freddi la terra appare striata dal bianco della brina e avvolta dal grigio argenteo della nebbia. In primavera, il risveglio delle risaie è brillante e cristallino, come l’acqua che le sommerge e le trasforma in un’immensa scacchiera di specchi che riflette il mondo circostante: dalle nuvole ai monti, dagli alberi sino al più piccolo filo d’erba. D’estate le piantine di riso in maturazione colorano il paesaggio di un verde carico e acceso che dà forza ed energia al panorama e ben si sposa con l’azzurro del cielo e le vaporose nubi estive. In autunno, il riso ormai maturo si trasforma in oro e, prima di essere raccolto, dona al panorama tonalità calde e magiche.

Aziende agricole e il riso di BARAGGIA DOP

Chi sceglie di visitare le risaie vercellesi ha l’opportunità di incontrare una moltitudine di aziende agricole e riserie , dedite da generazioni alla coltivazione e alla trasformazione del riso, immerse in ambienti unici e ricchi di storia dove è possibile acquistare e degustare ottime varietà di riso e conoscere tutti i segreti della sua coltivazione.

Nella zona della Baraggia, al confine tra Vercellese e Biellese, viene inoltre prodotta la prima ed unica DDP di riso italiano, un’eccellenza riconosciuta dai più grandi chef nazionali e internazionali che rappresenta la massima espressione della grande tradizione risicola della zona: il riso di Baraggia Biellese e Vercellese. I Comuni che compongono la zona di produzione della DOP sono 28 mentre le varietà di riso riconosciute sono 7: Arborio, Baldo, Balilla, Carnaroli S. Andrea, Loto e Gladio.