
Ciclabile Scopello-Mera-Meggiana-Rassa-Scopello
ciclabile Scopello-Mera-Meggiana-Rassa-Scopello
Difficoltà: media
Distanza: 38 km
durata media: 3 ore
dislivello: in salita mt 1.286,
in discesa mt 1.285
Descrizione percorso
La pista ciclabile inizia di fronte all’arrivo della seggiovia Scopello-Mera, dove una ripida rampa conduce ai piedi del Monte Camparient.
Una vista suggestiva sul Monte Rosa guida il percorso che con piccoli dislivelli attraversa tutta l’Alpe di Mera tra magnifici arbusti di rododendri e mirtilli fino al Colle d’Ovago, sotto il Monte Ometto.
Da qui si prosegue in quota sino a raggiungere prima l’Alpe Meggiana e poi l’Alpe il Pizzo, all’altezza del suggestivo Lago del Pizzo.
A seguire, con moderata pendenza, si attraversa la bellissima e suggestiva Alpe Sorbella, da dove si scende su alcuni tornanti raggiungendo il ponte che attraversa il torrente Sorba.
Questo tratto, seppur ampio, richiede per la pendenza ed il fondo una preparazione adeguata.
Il tratto successivo dell’itinerario su sterrato che conduce a Rassa è di moderata pendenza e non presenta particolari difficoltà.
Su strada asfaltata si giunge scendendo in pochi km al ponte di Quare per ricongiungersi all’itinerario n.1. In questo punto è possibile scegliere se proseguire verso Alagna oppure rientrare a Scopello come prevede la percorrenza più classica.
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Ciclabile Alpe di Mera-Bielmonte
Ciclabile Alpe di Mera-Bielmonte
Difficoltà: media
Distanza: 20 km
durata media: 3-4 ore
quota partenza: 786 mt
quota arrivo: 831 mt
dislivello: in salita mt 767,
in discesa mt 731
Descrizione percorso
La particolarità di questo itinerario è sicuramente quella di unire, rimanendo in quota, due province del Piemonte. Percorrerlo significa esplorare la Valsesia ma anche la Valsessera, e pedalare in un parco tra i più apprezzati e conosciuti della Regione, l’Oasi Zegna.
Con un piacevole e panoramico viaggio in seggiovia, si raggiunge l’Alpe di Mera. Da qui si scende lungo la carrozzabile per circa 2 km. sino al bivio per la Bocchetta della Boscarola.
Seguite sempre il cartello giallo con la figura stilizzata di un ciclista ed il numero 3 in campo rosso. Un’agevole strada sterrata conduce ai 1.423 metri di quota del Colle, con una leggera salita lunga circa 2,5 km.
Segue un tratto in discesa, fino alla Dolca, e poi un’alternanza di salite e discese lunga 10 km, fino alla Casa del Pescatore.
Da questo punto riprende la salita, per circa 5 km, fino all’arrivo a Bielmonte attraverso il Bocchetto Sessera.
L’itinerario si sviluppa prevalentemente all’interno dell’Oasi Zegna nella Foresta Regionale dell’Alta Valsessera.
La ciclabile è ampia e scorrevole per l’intero tragitto. La durata, apparentemente non impressionante, va calcolata tenendo in considerazione anche il ritorno, che se percorso in sella raddoppia km ed ore indicati.
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I percorsi MTB di Serravalle Sesia
I percorsi MTB di Serravalle Sesia
Descrizione percorso
Salite su strade sterrate a tratti ripide, discese adrenaliniche e tanto divertimento: questo e molto altro tra i boschi di Serravalle Sesia!
Con la tua mountain bike potrai salire per guadagnare la discesa, pedalare con gli amici, conoscere posti nuovi e confrontarti in discesa per vedere chi è il più veloce. Le salite servono principalmente come trasferimenti per raggiungere la partenza delle adrenaliniche discese: trail di diversa difficoltà che tra salti, curve e discese sono l’ideale per chi è alla ricerca del divertimento e della velocità.
Questi sentieri per gli appassionati delle discese in mtb, sono conosciuti come i “Sentieri E-Gravity Team“.
L’Enduro è la disciplina ideale per il biker a 360° che vuole un mezzo per fare tutto, che ama le uscite lunghe in sella alla sua bici, che non vuole necessariamente usare risalite meccanizzate e che sopratutto ama la competizione in discesa.
Numerosi sentieri vengono costantemente puliti e monitorati, per permettere a tutti di godere di discese fluide e veloci.
Se non si possiede un adeguato allenamento è consigliabile l’uso di una E-Bike.
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In Mtb tra le vigne di Gattinara
In Mtb tra le vigne di Gattinara
Descrizione percorso
Collocate in un piccolo lembo di territorio a sud del massiccio del Monte Rosa e Nord della pianura vercellese, le colline di Gattinara sono costellate di antichi vigneti e prestigiose cantine. Nelle terre del vino non mancano le possibilità di praticare sport e attività all’aria aperta grazie a splendidi itinerari in MTB immersi nella natura: la prima immancabile tappa panoramica è la Torre della Castelle, con la sua Panchina Gigante, per poi proseguire lungo una strada per lo più sterrata che porta al Castello di San Lorenzo, il punto più alto di Gattinara, da cui si può godere di una vista eccezionale sulle montagne, le colline e la città.
Dal castello si contiua a pedalare verso le vigne Nervi e l’omonima terrazza panoramica. Da qui poi si può rientrare a Gattinara seguendo la strada che riscende ai piedi delle vigne.
Lungo il vostro percorso non potrete non notare tre splendide installazioni artistiche raffiguranti caratteristici calici, poste in punti panoramici: le Vie dei Calici.
Le colline di Gattinara oltre ad offrire splendidi scorci e percorsi tra le vigne all’insegna del relax, garantiscono anche una buona carica di adrenalina: proprio tra i boschi e i vigneti ci sono numerosi trail dedicati all’enduro, per coloro che sono alla ricerca di un po’ di velocità. Questi sentieri per gli appassionati delle discese in mtb, sono conosciuti come “I Sentieri dei Gatti”.
In sella alla tua bicicletta, preparati a pedalare su strade in salita tra le vigne che fanno da collegamento alla partenza dei diversi sentieri che, con curve e discese adrenaliniche, ti porteranno nuovamente ai piedi delle colline.
Se non si possiede un adeguato allenamento è consigliabile l’uso di una E-Bike.
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Le Rive Rosse in MTB
le Rive Rosse in MTB
Descrizione percorso
Il piccolo borgo vitivinicolo di Roasio, è noto tra gli appassionati di MTB per i percorsi che raggiungono le Rive Rosse, una zona collinare così conosciuta per via del terreno e delle rocce di colorazione rossastra, che rendono il paesaggio quasi surreale.
È il luogo ideale per chi vuole praticare escursioni in mountain bike alla scoperta di un territorio unico nel suo genere, con difficoltà diverse a seconda del livello di preparazione atletica di ognuno, dal principiante al più esperto.
Salite più o meno impegnative su strade sterrate che si alternano a meravigliosi single track ben battuti: discese di vari livelli, divertenti e panoramiche!
Numerosi sentieri vengono costantemente puliti e monitorati, per permettere a tutti di godere di discese fluide e veloci.
Inoltre, la zona delle Rive Rosse ha il vantaggio di possedere anche una scuola di mtb per i ragazzi a partire dai 6 anni di età: le lezioni hanno lo scopo di insegnare ai più giovani come padroneggiare l’uso della bici e di come affrontare gli ostacoli ed i vari tipi di terreno fuoristrada.
Se non si possiede un adeguato allenamento è consigliabile l’uso di una E-Bike.
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ALAGNA – Capanna Giovanni Gnifetti
Sentiero n. 205 Alagna – Capanna Giovanni Gnifetti
Difficoltà: difficile
durata media: 7 ore
quota partenza: 1191 mt
quota arrivo: 3647 mt
dislivello: 2456 mt
Descrizione percorso
In passato fu una delle vie più frequentate: era infatti il valico più comodo per passare da Alagna a Gressoney ed il percorso per il Col d’Olen.
Attualmente per portarsi velocemente in quota si utilizzano preferibilmente gli impianti di risalita: da Alagna si prende la funivia per Pianalunga, successivamente la Funifor che porta al Passo dei Salati, e ci si può spingere fino al limite dei ghiacciai con la stazione di Punta Indren (3.275 metri di quota) per le salite alpinistiche.
Volendo invece percorrere tutto l’itinerario a piedi, dal centro del paese di Alagna si sale verso la stazione di partenza della cabinovia dove inizia il sentiero a destra che porta alle frazioni Dosso (Fum Diss) e Piane (Fum d’Boudma). Attraversata la frazione si segue un tratto di strada sterrata per poi seguire il sentiero che valica il torrente Olen su un ponte. Si torna sulla strada per poi imboccare la mulattiera a sinistra che attraversa la pista da sci e sale nel bosco.
Si esce dal bosco nei pressi di Zar Oltu e si supera l’Alpe di Oltu, da cui si raggiunge la pista e subito dopo si arriva a Zam Seiwji e Undre Seiwji, suggestive località con verdi e panoramici pianori sui quali si adagiano alcuni alpeggi e rifugi.
Si prosegue sul sentiero a fianco del rifugio e si arriva all’Alpe Pianalunga, 2025m (circa 1h45). Si continua a tratti lungo la pista da sci, a tratti sul sentiero, e dopo una breve salita si raggiunge íl pianoro del Fontanone.
Da qui il sentiero prosegue accostando un grosso masso spaccato in mezzo, il Sasso del Diavolo (Der Prebet stein), 2418m.
Si continua lungo la mulattiera che affronta il ripido pendio e si raggiunge il bivio con il sentiero 205d che verso sinistra conduce in breve al Col d’Olen, 2881m.
Subito dopo si accosta il piazzale dove si trovava lo storico Albergo Guglielmina, distrutto da un incendio, e successivamente il Rifugio Città di Vigevano, 2864m (circa 4 ore). si arriva quindi alla cappelletta dedicata alla Vergine del Rosa e si prosegue lasciando a destra il rifugio.
Si passa accanto ad un laghetto e si ritorna sulla pista da sci nei pressi dell’Istituto Scientifico Internazionale A.Mosso, uno storico centro di ricerca a 2.901 metri di quota.
Si raggiunge quindi il Passo dei Salati, 2936m (in circa 5 ore totali), punto di arrivo delle stazioni delle funivie provenienti da Alagna e da Gressoney. Poco lontano c’è la stazione di partenza per la funivia Indren. Per un buon sentiero largho si sale verso lo Stolemberg, 3202m. A un centinaio di metri dalla vetta, piegando a sinistra sul versante valdostano e si scende al Colle Superiore delle Pisse, 3112m, con qualche tratto attrezzato con corde fisse. Il sentiero sale in cresta e porta al Colletto dell’Acqua, 3200m circa, da dove con un breve strappo si raggiunge la vecchia stazione di Punta Indren, 3254m. Con una traversata verso nord-ovest si raggiunge la nuova stazione della funivia a quota 3275m.
Da qui l’itinerario diventa alpinistico; occorre attraversare il Ghiacciaio di Indren con alcuni crepacci, superare bordi roccosi con tratti attrezzati da scale e cavi per raggiungere la Capanna Giovanni Gnifetti, 3647m (totale circa 7h), affiancata dalla chiesetta della Madonna dei Ghiacciai.
Dalla Capanna Gnifetti si possono compiere diverse traversate e numerose ascensioni: Piramide Vincent, 4215m, Balmenhorn, 4167m (con la capanna omonima e la statua del Cristo delle Vette), Corno Nero, 4322m, Lyskamm Orientale, 4527m, Punta Parrot, 4436m, Punta Gnifetti (Signal Kuppe), 4554m, Punta Dufour, 4634m.
Sulla Punta Gnifetti sorge la Capanna Regina Margherita
4554m, il rifugio più alto d’Europa.
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ALAGNA – Rifugio Pastore – Capanna Gugliermina
Sentiero n. 206 Rif. Pastore – Capanna Gugliermina
Difficoltà: DIFFICILE
durata media: 5-6 ore
quota partenza:
parcheggio wold 1278 mt
quota arrivo: 3212 mt
dislivello: 1821 mt
Descrizione percorso
Per raggiungere l’inizio dell’itinerario occorre seguire la strada che dal paese di Alagna porta al piazzale di Wold, 1278m, dove si può parcheggiare l’auto. (Nei mesi estivi si può usufruire del servizio navetta Wold – Acqua Bianca a pagamento).
Chi procede a piedi, per scelta o nei periodi in cui non c’è il servizio navetta, segue la strada asfaltata non aperta al traffico e, poco più avanti, può scegliere tra due opzioni: percorrere il sentiero sulla riva sinistra del Sesia, il n.206 che arriva alle spalle del Rifugio Pastore in circa 1h, oppure continuare sempre su strada asfaltata fino a raggiungere la Cascata dell’Acqua Bianca in circa 45min (arrivo della navetta estiva), da dove parte prima una mulattiera e poi una ripida scalinata che giunge all’Alpe Pile, da dove poi si segue il sentiero che scende a sinistra, attraversando un grazioso ponte in legno che porta al Rifugio Pastore.
Volgendo le spalle al Rifugio, si segue il sentiero 206 a sinistra che fiancheggia a distanza il fiume Sesia, tocca l’Alpe Casera Lunga (Zam Lange Gode) e raggiunge il ponte sul Rio Bors, 1700m. Si lascia a sinistra il sentiero 210 (che risale il Vallone di Bors verso la Bocchetta delle Pisse), e continuiamo il nostro percorso seguendo il sentiero 206 che sale sul fondo vallivo del Sesia in mezzo a grossi blocchi alluvionali e morenici e a vegetazione rigogliosa.
Prosegue poi a valle dell’Alpe Muflicat e arriva al guado del torrente che scende dal Ghiacciaio delle Piode: in estate il volume d’acqua può causare notevoli difficoltà di attraversamento, specialmente nel pomeriggio.
Superato il torrente, il sentiero continua quasi in piano per poi affrontare il ripido pendio dove la traccia si fa più incerta e si inerpica a sul ripido crinale della morena.
Si attraversa a destra su grandi pietraie e si punta alle rocce della Punta Parrot.
Si risalgono le rocce facilitate da una serie di attrezzature artificiali e con qualche tratto di semplice arrampicata si raggiunge la Capanna Gugliermina (ex Valsesia), 3212m (totale circa 5 ore), sempre aperta e incustodita. La Capanna fu ideata dai Fratelli Giovan Battista e Giuseppe Fortunato Gugliermina per facilitare le salite dal versante meridionale del Monte Rosa.
La Capanna è punto di partenza per importanti e impegnative ascensioni: Punta Parrot, 4436m, Ludwigshohe, 4342m, Corno Nero, 4322m, Piramide Vincent, 4215m e Punta Giordani, 4046m.
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RIVA VALDOBBIA, Fraz. Sant’Antonio – Corno Bianco
Sentiero n. 202 S. Antonio – Corno Bianco
Difficoltà: EEA – Escursionisti Esperti
con Attrezzatura
durata media: 5-6 ore
quota partenza: 1380 mt
quota arrivo: 3320 mt
dislivello: 1940 mt
Descrizione percorso
Questo itinerario è la via principale per raggiungere il Corno Bianco, una delle vette più importanti e panoramiche della Valsesia! Attenzione: oltre il Lago Nero si richiedono capacità alpinistiche di base.
Per raggiungere il punto di partenza di questo itinerario, dal paese di Riva Valdobbia si percorre la strada carrozzabile asfaltata fino alla frazione Ca’ di Janzo, continuando poi sempre sulla strada (parzialmente sottoposta a limiti di transito, durante la stagione estiva) fino alla frazione di Sant’Antonio, dove è possibile posteggiare l’auto (punto di arrivo della navetta estiva Ca di Janzo – Sant’Antonio).
Avviandosi a piedi sulla strada sterrata oltre le case e la chiesetta della frazione, si segue il segnavia 201 fino al bivio a quota 1400m circa (raggiungibile in circa 30min). Qui inizia il percorso salendo a destra, indicato da alcuni cartelli CAI e dal cartello in legno del rifugio. Si raggiunge quindi la frazione Cambiaveto che subito la si lascia per riprendere a sinistra il sentiero che sale e attraversa il vallone. Svoltando a sinistra si passa a monte della frazione Piane, 1494m. Si attraversa il pascolo e si affronta la salita a stretti tornanti che porta all’Alpe Spinale, 1904m. Con un altro tratto in salire si raggiunge il Rifugio Carestia, 2201m (in circa 2 ore).
Il sentiero continua alto sul fianco della montagna, accompagnato dalla bella vista sulla cascata del Rissuolo, sul Rifugio Ospizio Sottile e sull’Alpe Larecchio. Lasciando in basso i ruderi dell’Alpe Pile Vecchie, si valica un torrente nella pietraia e si giunge all’ex Punto d’Appoggio dell’Alpe Rissuolo, 2264m.
Si entra così nel Vallone Rissuolo superando la cascata e fiancheggiando il torrente per raggiungere in breve il Lago Bianco, 2333m (circa 2h30). Lo si aggira superando uno sperone roccioso e si prosegue su pietraia. Giunti in fondo alla conca si affronta il ripido pendio di prati e lastroni che porta al ripiano superiore dove è incastonato lo spelndido Lago Nero, 2672m (circa 3h30).
Da qui ci si dirige a Nord verso una nera: alcune catene fisse e opportuni appigli permettono il superamento di questo aereo ed emozionante passaggio.
Si risale il sovrastante canalone e circa a metà ci si porta a sinistra in un canalone parallelo. Seguendo la cresta Sud-Est, con percorso su rocce esposte, si sale alla vetta del Corno Bianco, 3320m (in totale circa 6 ore).
Dalla vetta il panorama è emozionante e unico nel suo genere: si affaccia sulla cerchia alpina, sulla pianura e soprattutto sul versante meridionale del Monte Rosa.
Benché la salita presenti alcune difficoltà e un lungo percorso, la grande varietà di paesaggi, i laghi alpini e il panorama ripagano sicuramente la fatica!
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RIMA – Monte Tagliaferro
Sentiero n. 318 Rima – Monte Tagliaferro
Difficoltà: EE – Escursionisti Esperti
durata media: 4 ore
quota partenza: 1411 mt
quota arrivo: 2964 mt
dislivello: 1553 mt
Descrizione percorso
L’itinerario parte dal paese di Rima, 1411m, e la prima parte del sentiero è in comune dapprima con la mulattiera 292 per il Colle del Piccolo Altare, e poi con la 296 per il Colle Mud, fino a quota 1700m circa (in circa 30/45min).
Abbandonata la mulattiera, si prende il sentiero 318 che si stacca sulla sinistra, attraversa il Rio Valmontasca e prosegue in piano fino all’Alpe Scarpia di Sotto, 1712m.
Si procede salendo diagonalmente per raggiungere l’Alpe Scarpia di Sopra, 1916m. Dall’alpeggio ci si sposta a sinistra e si arriva ad un grosso masso nei pressi del quale sgorga una sorgente e sul quale è posta una lapide. Salendo a sinistra attraverso pascoli e lastroni si raggiunge il Passo del Vallarolo, 2332m.
Il nostro itinerario punta invece a Ovest e raggiunge un gigantesco macigno che offre un precario riparo naturale. Il sentiero accentua la pendenza fino a portarsi sotto la verticale di un ripidissimo pendio erboso per il quale, con stretti ed esposti tornanti, si guadagna l’aereo Passo del Gatto, 2730m, (in circa 3 ore). Sul lato opposto sale la traccia proveniente dalla Bocchetta della Moanda, recentemente attrezzata dalle guide di Alagna; EEA.
Volgendo a destra si segue il sentiero che taglia il ripido fianco della montagna e si raggiunge la cresta di rocce e sassi che porta alla vetta del Monte Tagliaferro, 2964m, (in totale circa 4 ore). Dalla cima il panorama è unico e mozzafiato, una vera e propria finestra che affaccia direttamente sul Monte Rosa!
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BORGOSESIA fraz. Foresto – Monte Tovo – Castello di Gavala
Sentiero n. 715 Borgosesia, fraz. Foresto – Monte Tovo – Castello di Gavala
Difficoltà: EE – Escursionisti Esperti
durata media: 4-5 ore
quota partenza: 371 mt
quota arrivo: 1827 mt
dislivello: 1456 mt
Descrizione percorso
L’itinerario tocca le più alte cime del Comune di Borgosesia.
Il percorso ha inizio nei pressi della chiesa parrocchiale di Isolella, 371m, seguendo la strada comunale della frazione di Foresto fino ad arrivare al primo tornante. Si intraprende qui una larga mulattiera che sale mantenendo la destra per un buon tratto. Superato un oratorio, si raggiunge, in circa 30 minuti, Foresto, 551m nelle vicinanze del cimitero e della Parrocchiale dedicata a San Giovanni. (Si può arrivare a Foresto anche in auto).
Si entra nel paese e si prosegue raggiungendo un vecchio castagneto situato sopra la frazione Costa, tramite una mulattiera. Lasciando a sinistra due cascinali ed attraversando un bosco di castagni si arriva alla strada interpoderale del Monte Tovo, la si attraversa e si procede sulla mulattiera che porta alla Fontana degli Alpini. L’itinerario si inerpica e costeggiando la pineta raggiunge l’Alpe Bonde, a quota 945m. Si procede poi lungo i tornanti del sentiero attraverso un bosco di faggi, abeti e betulle per incontrare nuovamente la strada all’Alpe Stanvone, 1092m.
Si oltrepassa la fontana e si sale in poco tempo al Rifugio Luciano Gilodi (Cà Mea), 1110m. Si può raggiungere il Rifugio, che si trova al di sotto della cima del Monte Tovo, anche in auto.
Dietro al rifugio si sale sulla strada e si raggiunge l’ampio piazzale su cui affaccia la graziosa cappelletta con vista su Borgosesia. Da qui si può salire sulla punta estrema del Monte Tovo, dove poggia una simbolica croce, salendo lungo il sentiero sull’ampio pendio a destra. L’itinerario invece prosegue sulla strada larga sterrata sulla destra nel bosco di faggi e si giunge su di una spalla del dosso Falghé, nel punto dove incrocia l’itinerario 713 che da Doccio porta al Monte Tovo.
Si procede mantenendo sempre la destra attraverso la sterrata che con diversi saliscendi che arriva alla Sella della Rosetta, 1246m. Da qui, si prosegue per il sentiero che percorre la dorsale giungendo ad un ripiano erboso, il Soglio, punto d’arrivo dell’itinerario proveniente da Doccio.
Procedendo sul versante di Doccio si sale un canale che sbuca sulla cresta; si passa poi sul versante di Postua (sinistra), superando una cengia sotto una parete: la “Balmaccia”.
Si sopraggiunge poi alla Sella del Casone risalendo un canale fin sotto l’anticima. Aggirata l’anticima in un tratto scosceso che richiede prudenza, si arriva camminando ancora per qualche minuto alla cima del Monte Luvot, 1603m, simboleggiato da croce di grandi dimensioni. Nella sua “Guida dei Monti della Valsesia” Don Ravelli, don Ravelli, lo definisce come Sasso di Soliva o Baudrocco.
Procedendo poi lungo la dorsale e superando numerose gobbe, si aggira, sotto cresta, sul versante valsesiano, la punta del Terraggiolo, 1656m. Si procede invece seguendo la dorsale sino a raggiungere le prime rocce del Gavala. Piegando verso destra si fiancheggia il versante di Locarno. Salendo per tracce la dorsale verso la vetta Ovest, superato poi un canalino, si giunge al primo testone. In seguito, superato un secondo testone sulla destra, si passa per una sella dove si trovano le tracce di sentiero che portano lungo la dorsale verso il Massale e la Res. Dalla sella, tramite un tratto esposto, si può raggiungere la cima principale del Castello di Gavala, a quota 1827m.
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